13 Luglio, ore 18:00.
“Chiamami quando puoi sono a Bibbiena”
L’sms sul telefono mi ha fatto subito pensare che potesse
essere successo qualcosa.
Ma cosa?
La curiosità non ha il tempo di elaborare tante conclusioni visto
che chiamo subito Carlo che mi riferisce l’inaspettata notizia. “Ho parlato con
quelli dell’organizzazione. Ci hanno fatto i complimenti! SIAMO ARRIVATI TERZI!!”
Come il gradino più basso di un podio possa essere motivo di
dispiacere o di rammarico (in questo caso) non lo capisco proprio!
La notizia è per noi come un lampo a ciel sereno. Inaspettata
tanto quanto straordinaria!
Ma andiamo per ordine.
Da settimane oramai, in occasione dei nostri consueti
ritrovi del sabato mattina e non solo, parliamo di Birbiena 2013, importante
manifestazione legata al mondo della birra artigianale.
Le frasi più ricorrenti durante tali discussioni sono: -”che
birrifici ci saranno?”-”ah, quest’anno di certo non possiamo non andare a farci
una bella degustazione”-”Sì, ma…. cosa vogliamo sentire? IPA, Stout, Porter,
Bitter…. Dobbiamo decidere prima, mica possiamo andare lì e pensare di
riuscire in un pomeriggio o in una sera
a sentire tutto! (frase molto molto molto molto provocatoria)”-“Già…e per
tornare? Non possiamo trasferirci a tempo indeterminato a Bibbiena, chi è lo
sfigato che dovrà guidare?”-…..
Poi arriva l’idea… “Sentite, ma perché non portiamo una
nostra birra al “Concorso Homebrewes"?”
Si
tratta di un concorso di birre prodotte home-made da chi professionista non è,
da chi fa birra per passione all’interno delle proprie mura domestiche. E’ il
concorso che fa per noi. Stile libero, modalità di preparazione libera.
“Dai… Andiamo… Ma che ce ne frega poi di metterci la faccia
nel caso la competizione si riveli un disastro? (A Bibbiena, pensiamo ad alta
voce, chi c….o ci conosce?)”
L’occasione è l’ideale per poter far sentire uno dei nostri
prodotti a qualche fino palato, a chi di se ne intende, a dei veri e propri sommelier
della birra (visto che il concorso prevede la valutazione da parte di una
giuria tecnica e qualificata, oltre ad esserci anche un premio assegnato da una
giuria popolare di utenti con poca esperienza di degustazione).
Prendiamo quindi la decisione di partecipare come
se il concorso fosse per noi un esame di formazione (anzi direi un vero e proprio esame di
correzione), un necessario step di miglioramento, fiduciosi del fatto che la
giuria tecnica possa, attraverso la comprensione dei difetti della nostra
birra, indicarci quali possano essere stati i problemi che li hanno scaturiti
e, di conseguenza, illuminarci sulle soluzioni da adottare.
"Ok (dilemma)…. ma quale birra portare?????"
Delle birre in nostro possesso al momento nessuna infatti ha
completato, perlomeno in base alla nostra pianificazione, la maturazione in
bottiglia e poche sono quelle che si avvicinano a tale traguardo; oltretutto
tra queste ci sono le Weizein che di certo non sono da far assaggiare (vedi
post: ”Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino”).
Siamo costretti a portare la nostra Helles.
Dico ”costretti” perché non si tratta di un prodotto
qualunque.
E’ la nostra prima produzione All Grain! Il nostro primo
tentativo di birrificare partendo da zero, dal chicco di grano ancora
da macinare, con la considerevole complicazione di uno stile di birra
realizzato a bassa fermentazione!
Una birra che scaturisce in noi allo stesso tempo un
sentimento di affetto ed uno di paura, di insicurezza.
E voglio ribadire nuovamente ”costretti” anche perché ‘sta
birra...........................ci
piace…………………………..….ma ci piace un sacco!
Delle birre che abbiamo assaggiato il sabato precedente alla decisione
(test-day 29/06), questa è stata forse quella che ci ha più colpito (anche se,
personalmente, non ho provato il ben che minimo dispiacere nel sorseggiare
anche la nostra blanche).
Privarsene di un litro intero ci da, ancor prima di farlo, la
sensazione di un triste distaccamento.
Ci sentiamo un po’ come dei traditori anche se il rendersi conto che potrebbe essere una giusta causa un po’ ci rinfranca.
Ci sentiamo un po’ come dei traditori anche se il rendersi conto che potrebbe essere una giusta causa un po’ ci rinfranca.
IL prodotto non deve essere etichettato ma accompagnato da
un foglio con l’indicazione della tipologia, il nome del produttore, la ricetta
seguita o le materie prime utilizzate e, se si vuole, da una breve descrizione.
E’ il venerdì della settimana precedente alla
manifestazione.
Compiliamo il tutto e partiamo!
Portiamo le nostre due bottiglie da 0,50l ad Arezzo, presso
un’agenzia turistica indicata come uno dei luoghi ufficiali di consegna/ritiro dei
prodotti.
Trovata l’agenzia (con non poche difficoltà, anzi… a dirla
tutta…..per trovarla avremo girato a piedi attorno ad un solo isolato almeno per una
mezz’oretta) decidiamo di non tornare subito a casa ma di fermarci in un
negozio (di birre, chiaramente) che avevamo prima adocchiato e che ci aveva molto ispirato.
Tanto è vero che una dolorosa separazione può essere
dimenticata in fretta solo con una rapida riconciliazione, quanto è vero che il
degustare un paio di birrette artigianali ci è sembrato metaforicamente essere
una sorta di riavvicinamento a quel mondo che ritenevamo dentro di noi di aver tradito, di non
aver rispettato.
Dopo tempo, in macchina per la strada del ritorno, ci viene
un pensiero: ”...ma se nessuno di noi tre potesse andare sabato 13/07 a Bibbiena ad
assistere al concorso e se, per un non so quale motivo, l’organizzazione avesse
la necessità di contattarci…. Come fa??” solo in quel momento ci eravamo resi
conto che sul foglio consegnato ore prima assieme alla birra gli unici
riferimenti che comparivano erano; “Forti Carlo (Quei Citti)”.
Nessun indirizzo mail.
Nessun numero di telefono.
Non una menzione a paesi o lughi.
Ecco, in quell’istante ci siamo sentiti dei veri cretini.
Fortunatamente alla manifestazione Carlo ha la possibilità
di partecipare e di renderci noto il risultato.
3° classificati su una ventina di partecipanti, "...clamoroso al
cibali!!!!"
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