martedì 24 dicembre 2013

Buon Natale a tutti i malati di birra.....

Il "Birrificio di Quei Citti" augura a tutti quanti i birrofili un buon Natale e felice anno...noi abbiamo concluso il nostro anno produttivo con una bella Apa (American Pale Ale) sabato scorso ed in concomitanza imbottigliamento della nostra Brown Porter...Quindi tantissimi auguri e ci raccomandiamo: BEVETE CON MODERAZIONE TANTO!!!!!!

 

lunedì 16 dicembre 2013

Brew IT: la birra artigianale in Italia




Oggi vorrei condividere con tutti voi un documentario bellissimo che racconta la storia della birra artigianale italiana, dai pionieri che hanno iniziato nel 1994 fino ai giorni nostri.
BUONA VISIONE
 

domenica 1 dicembre 2013

ETICHET-TI-AMO: 3-Weizen

Terza produzione all grain.
Terza etichetta dedicata al prodotto, trattasi di una Weizen.
Per questa birra decidiamo di “allontanarci” dall’utilizzo e dalla caricatura delle nostre facce e prendere spunto dal territorio, o meglio, per esser più precisi decidiamo di far riferimento al nostro paese ed alla sua rocca.
Già presa come spunto per il ns logo,
 
l'etichetta nasce dalla semplice trasposizione in un formato, per così dire, “cartoon” di una foto scattata durante un giorno di inizio primavera:


 
Quindi, con l’aggiunta di un paio di informazioni ecco qual il risultato finale:
 
 
Retro e Sigillo:

 
La birra, assaggiata dopo vari mesi, non ci rende pienamente soddisfatti….(anche perché non uno di noi tre è un vero e proprio amante delle birre di frumento, anzi, in questo periodo quando ci troviamo per le nostre “degustazioni”, va be’…..chiamiamole così…., non rinunciamo a nulla ma miriamo sempre di più verso prodotti luppolati, verso birre che vanno da un amaro deciso ad un amaro fruttato, rispetto ad altre più dolci o maltate) per questo, nel tentativo di un maggiore ripagamento estetico rispetto a quello ben più importante del gusto, decidiamo di personalizzare ancora di più la bottiglia sperimentando l’attaccatura di una “pillola di saggezza”; un cartellino plastificato con il nostro simbolo in una faccia ed una simpatica storiella sull’altra.
Questo è stato fissato al collo delle bottiglie con dei semplici fili di rafia:






domenica 3 novembre 2013

Serpentina in controflusso

Oggi parliamo di raffreddamento del mosto, uno dei dilemmi di tutti noi homebrewers.
Partendo dai kit, passando a e+g e arrivando ad all grain tutti noi abbiamo bisogno di un sistema efficiente che ci raffreddi il mosto alla "canonica" temperatura di 20° che ci permette di poter inoculare il nostro amato lievito, questa operazione andrebbe fatta il più in fretta possibile per poter preservare la birra dalla proliferazione di batteri o infezioni varie.

Agli inizi con i kit usavamo bottiglie di acqua freddissima che ci serviva per arrivare a livello nel fermentatore e portavano subito il mosto alla temperatura desiderata.

Abbiamo usato molte volte anche sistemi "naturali"









per poi passare al sistema più comune tra noi homebrewers:

La serpentina di rame

Un'oggetto molto discusso perchè il rame è un materiale molto buono per lo scambio termico, ma gli ossidi che si formano sul materiale se non viene pulito bene con una base acida ( noi usiamo soluzione di aceto e limone e la lasciamo immersa per un paio d'ore prima dell'utilizzo e viene come nuova) sono TOSSICI per l'organismo.


Così. dopo notti insonni e svariate ricerche su internet, ci siamo decisi di cambiare il nostro sistema di raffreddamento della birra mandando in pensione la carissima serpentina di rame, acquistata agli albori ,che ci ha dato tante soddisfazioni, complice un cospicuo consumo di acqua dell'acquedotto e i molti minuti necessari al mosto di raggiungere la temperatura desiderata.


Le ipotesi vagliate erano 2

Scambiatore in controflusso
Serpentina in controflusso

Il primo si tratta di una serie di piastre corrugate e ciascuna di essa delimita una camera di passaggio per il fluido caldo o per il fluido freddo, a seconda della posizione delle piastre; infatti ciascuna piastra è a contatto da un lato con il fluido caldo e dall'altro lato con il fluido freddo, in maniera alternata 

Guardando i prezzi su internet abbiamo notato che i più accessibili come prezzo erano "saldobrassati" in rame e noi non volevamo più avere niente di potenzialmente "tossico" nella nostra catena di produzione, oltretutto un qualcosa di "tossico" che non possiamo ne vedere ne smontare per pulire l'interno accuratamente.

Per questo abbiamo subito capito che la nostra unica soluzione sarebbe stata la serpentina di acciaio inox in controflusso.
Consapevoli che l'acciaio inox NON SI PIEGA a mano, e che il tipo di inox 316 ,apposito per gli alimenti, è molto caro siamo partiti alla ricerca di un produttore che ci fornisse tutto il materiale già pronto.

Grazie ai forum sulla rete siamo venuti a conoscenza di una azienda che ci ha spedito la serpentina a casa.

Una serpentina di acciaio inox 304 ( ottimo per gli alimenti) già avvolta nella gomma, completa di attacchi in ottone della lunghezza di 12 metri.

Oggi è arrivata e l'abbiamo subito testata, complice anche una prova di bollitura già in programma:



























Abbiamo montato sulle filettature da 1/2 pollice del flusso esterno delle riduzioni 3/4 - 1/2 ( maschio/ femmina) per poterci montare gli innesti rapidi da giardinaggio.




 Collegata la pentola con l'acqua bollente e innestate le gomme in verso contrario con l'acqua dell'acquedotto abbiamo ottentuto i seguenti risultati con un solo passaggio sulla serpentina:





TEMPERATURA IN





TEMPERATURA OUT            




Siamo molto soddisfatti dell'acquisto e non vediamo l'ora di testarla con l'impianto a pieno regime produttivo.

Vedremo come si comporterà con whirpool , coagulazione proteine (cold breack), sanificazione e travaso.

Per qualsiasi info sulla ditta produttrice e prezzi contattateci.



giovedì 31 ottobre 2013

ETICHET-TI-AMO: 2-Blanche

 



Seconda All-grain, seconda etichetta Home-made!
Prodotta alla fine del mese di Aprile 2013, si tratta di una birra di frumento che abbiamo deciso di fare cercando di rispettare quanto più possibile la tradizionale ricetta belga delle "Blanche", quindi con utilizzo (oltre che, chiaramente, di una alta percentuale di frumento) di avena in fiocchi, coriandolo e scorza di arancia amara.




 

Considerando, per questo specifico prodotto, il nostro attaccamento alla tradizione delle Ale belghe non potevamo non far riferimento alla stupenda storia delle abbazie trappiste e, di conseguenza, utilizzare nelle etichette immagini di monaci.

 

Il contesto che desideravamo dare alla etichetta era quello di, sfruttando i colori autunnali (periodo nel quale pensavamo che la birra fosse poi bevuta…..pensavamo…. ma in realtà non è arrivata neanche a Settembre!) dare un carattere sì monastico, ma allo stesso tempo divertente, allegro, spensierato!

Monaci un po’ particolari  noi tre (con tanto di barba!!!)

 

Il tema di base ed il layout utilizzato per la etichetta posta a fronte delle bottiglie da 0,75l (vedi sopra) è stato poi seguito, come sempre, anche per la etichetta delle bottiglie da 0,5l, per l’etichetta per il retro-bottiglia e per il nostro “classico” sigillo di garanzia:



 

 

 

 

 

sabato 12 ottobre 2013

Paura e delirio a Mercat-Ale!



Per chiunque avesse letto il post dello scorso 7 luglio 2013 “Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino” e si fosse chiesto che fine avesse fatto la birra con l’occasione tanto citata, o meglio tanto “infamata” (molta fatica per niente!),…………….ecco che arriva la risposta!
Il post del 07 Luglio scorso si chiudeva infatti con un giudizio, non proprio positivo, sul prodotto e con il nostro profondo rammarico circa lo svanire delle ultime speranze rimaste che questo potesse essere, per grazia divina, come desideravamo……..
Non è stata fatta nessuna menzione sulla reale sua fine!
Bevuto?
Regalato?
Miscelato, in basse percentuali, con un altro prodotto in grado di poterne mascherare le imperfezioni?
No, niente di tutto ciò…...........
Come deciso già alla fine del mese di Giugno, lo abbiamo buttato!
Tutto! 

Vero, c’abbiamo messo il nostro tempo…….........................ma poi ci siamo decisi.
“Lasciamo spazio nel bunker a chi se lo merita!” questa potrebbe, con il senno di poi, essere stata la frase motivazionale.
La, pur sempre triste, data della “separazione” è stata quella del 30 Agosto, giorno nel quale ci siamo ritrovati per fare il secondo travaso del secondo lotto della Marzen OKTOBERFEST BEER e dare il via alla sua lagherizzazione a bassa temperatura!
Separazione sì…….ma in grande stile (per modo di dire)!
Lo sapevamo, ne eravamo convinti, era inevitabile, eravamo teoricamente preparati, avevamo avuto tutto il tempo necessario a metabolizzare l’accaduto e le sue necessarie conseguenze ma, nonostante questo, quel giorno è stato doloroso realizzare che tutto ciò in quel momento diventava realtà.
Eh sì…. perché 40 bottiglie circa di birra, in questo caso, non sono solo 40 bottiglie circa di birra!
Sono, per il nostro piccolo sistema produttivo, tanto lavoro, tanta fatica, tanto tempo dedicato, tanta cura ed attenzione prestata…




Se è davvero inevitabile andare incontro ad una spiacevole situazione, ci siamo detti, almeno facciamolo divertendoci un po’….
Così abbiamo deciso di riempire un fermentatore in plastica per entrare nel nostro guinness dei primati per il bicchiere di birra più grosso che ci siamo mai versati!
Nessuna motivazione apparente, un raptus di follia….








Arrivati alla massima capienza del fermentatore/bicchiere, incredibile ma vero, sono però rimaste fuori ancora alcune bottiglie……..….per cui, altro raptus ………... e via in piazza mercatale a “spruzzare”.

 Manco avessimo vinto il mondiale di formula uno!

Ricordo che dissi qualcosa del tipo “Sento la testa leggera….Vorresti guidare tu?” D’un tratto ci fu un terrificante ruggito intorno a noi, e il cielo si riempì di cose che sembravano enormi pipistrelli stridenti in picchiata sulla nostra macchina… e una voce urlava “Santo iddio cosa sono questi maledetti animali?!”

Inutile parlare di pipistrelli pensai…. Il povero bastardo presto li avrebbe visti da solo.


mercoledì 9 ottobre 2013

IL LUPPOLO

Oggi dopo un pò di giorni di assenza dal blog, volgiamo parlare di uno degli ingredienti principali della birra.



Il luppolo  (Humulus lupulus) , è una pianta a fiore e come la canapa appartiene alla stessa famiglia delle cannabis, però non ha il thc quindi NON FUMATELA :)

Questa pianta nesce in fusti rampicanti che possono raggiungere i 7 metri d'altezza e il frutto si riconosce dalla caratteristica ed inconfondibile forma a cono.

Le infiorescenze femminili sono ricche di ghiandole resinose secernenti una sostanza giallastra e dal sapore amaro, composta da α-acidi (luppolina, umulone e lupulone), e da polifenoli (es. flobafeni,xantumolo) e numerosi oli essenziali, che vengono utilizzati per aromatizzare e conferire alla birra il suo gusto caratteristico.

Il luppolo come ingrediente della birra fu menzionato per la prima volta solo nel 822 da un abate carolingio e di nuovo nel 1067 dalla badessa Ildegarda di Bingen. Fu proprio merito dei monasteri durante il Medioevo il salto di qualità nella produzione della bevanda.
In epoca coloniale gli inglesi scoprirono che l'abbondanza di luppolo nella birra garantiva l'integrità del prodotto ai lunghi viaggi che portavano i barili i I.P.A. (indian pale ale) in india.
Infatti il luppolo ha caratteristiche antisettiche e antibatteriche e previene la birra dalle infezioni.

I luppoli vengono classificati in categorie:
  • luppoli amari: si tratta dei luppoli che apportano più acidi amari che aromatizzanti. I rappresentanti più conosciuti di questa categoria sono il brewer's gold ed il northern brewer (o nordbrauer)
  • luppoli aromatici: già dal nome si capisce che si tratta dei luppoli che apportano più elementi aromatici che amari. In questa categoria si conoscono specialmente il saaz che caratterizza lo stile pilsner, lospalt ed il tettnang nell'area tedesca, ed i golding e fuggler nell'area anglofona
  • luppoli misti: apportano entrambe le caratteristiche insieme benché meno accentuate. Questa categoria è molto variabile e non ben definita. Tra questi vanno citati l'hallertau e i suoi derivati botanici e l'hersbrucker con i suoi derivati.

E nell'uso brassicolo vengono classificati in base agli alfa acidi: :
  • LUPPOLI DA AMARO: contengono un AA% da 6% in poi, superando anche il 10%. I luppoli da amaro si inseriscono ad inizio bollitura.
  • LUPPOLI DA AROMA: contengono un AA% inferiore al 5%, e vengono usati verso la fine della bollitura, in modo da conferire soltanto aroma alla birra.
  • LUPPOLI SIA DA AMARO CHE DA AROMA: sono luppoli che hanno una buona % Alfa Acidi, tra 6%-8%, ma che hanno anche un aroma intenso, quindi oltre all’amaro sono in grado di conferire alla birre anche un aroma.



VARIETA’ PIU’ DIFFUSE DI LUPPOLO
• Amarillo: (A.A. 7-9 %) provenienza U.S.A. Floreale ed agrumato, ideale per American Ales e IPA.
 
• Bramling Cross: (A.A. 5-7 %) provenienza Inghilterra. Fu sviluppato come sostituto per il Golding. E' da considerarsi un luppolo da aroma.
 
• Cascade: (A.A. 5-7 %) provenienza U.S.A. Con forte gusto ed un aroma tutto suo, talvolta descritto come speziato o di limone o floreale. Per aroma ma, dato l'elevato alfa acido, anche per amaro.
 
• Celeia: (A.A. 3 - 5%) provenienza Slovenia. Molto simile allo Styrian Golding, adatto ad una grande varietà di ales. Amaro, aroma e dry-hopping.
 
• Centennial: (A.A. 7,5-11,5 %) provenienza U.S.A..Simile al Cascade dal punto di vista aromatico, ma con piu' AA Floreale ed agrumato, adatto per ogni Ale Americana , dalle Pale Ale alle IPA
 
• Challenger: (A.A. 5-7 %) provenienza Inghilterra. Sviluppato originariamente da un Northern Brewer per sostituire il Goldings. Ora usato in molte bitter inglesi per l’aroma speziato e fruttato. Per aroma e amaro.
 
• Chinook: (A.A. 11-14 %) provenienza U.S.A. Utilizzato principalmente da amaro, adatto per IPA, American Barley Whines.
 
• Columbus: (A.A: 13-15 %) provenienza U.S.A. Agrumato, ad alto AA ma dall'ottimo profilo aromatico. Eccellente per Dry Hopping
 
East Kent Golding: (A.A. 4-6 %) provenienza Inghilterra. Altro tradizionale luppolo da aroma e dry-hopping per "Ales" in stile inglese. Aroma molto piacevole speziato e floreale. Usato nella ale della "BASS".
 
• Fuggle: (A.A. 4-6 %) provenienza Inghilterra. Tradizionale luppolo da aroma e dry-hopping per "ales" in stile inglese. Morbido, piacevole, erbaceo e floreale.
 
• Hallertauer Hersbrucker: (A.A. 3-5 %) originario dell'omonima regione della Bavaria. E' un classico per l'aromatizzazione di Lager tedesche.Aroma molto buono, piacevole, floreale, delicato.
 
• Hallertauer Magnum: (A.A. 16-18 %) provenienza Germania . Ottimo come luppolo da amaro per molte birre tedesche.
 
• Hallertauer Perle: (A.A: 6-8 %) provenienza Germania nasce in Germania come sostituto dell' Hallertauer Mittelfreut. E' usato per l'aromatizzazione delle Lager tedesche e americane, può essere usato anche per l'amaro. Aroma molto piacevole, leggermente speziato.
 
• Hallertauer Saphir: (A.A. 3-5 %) provenienza Germania .nasce in Germania ed è un ottimo sostituto del Saaz. E' adatto all'aromatizzazione delle Lager Pilsner europee. Ha un aroma delicato, floreale e leggermente agrumato
 
• Hallertauer Tradition: (A.A. 4-6 %) provenienza Germania .E' un classico per l'aromatizzazione di Lager tedesche. Aroma molto buono, piacevole, floreale, delicato.
 
• Nelson Sauvin (A.A. 10- 12%) provenienza Nuova Zelanda. Ottimo sia da aroma che da amaro, Ottenuto modificando alcune piante di "Smoothcone" (derivazione neozelandese del Fuggle) Il nome ha due rimandi, uno geografico e uno vitivinicolo: Nelson, dal nome della zona centrale della Nuova Zelanda, dalla quale questa varietà di luppolo proviene; Sauvin in onore delle sue caratteristiche aromatiche e degustative, che richiamano le note fresche e fruttate dell’uva spina, descrittore, questo, usato spesso anche per le uve Sauvignon (il celebre vitigno della zona di Bordeaux). E’ un luppolo "vinoso", o meglio, un luppolo che conferisce alla birra le note fresche e fruttate di un buon vino bianco, unite ad altre ricchissime note balsamiche, che richiamano alla mente i Tropici con la ricchezza e la tipicità dei loro frutti.
 
• Northdown: (A.A. 7-9 %) dall'Irlanda. Altro luppolo da amaro e aroma sviluppato dal Northern Brewer. Utilizzato nella Guinness. Buon aroma, che si fonde bene con altri tipi di luppolo inglese.
 
• Northern Brewer: (A.A. 7-9 %) originario della Gran Bretagna ma largamente coltivato in Germania. Ideale per amaricatura di Lager in stile tedesco. Amaro pulito e secco, aroma fine e fragrante.
 
• Pilgrim: (A.A. 9 - 10%) provenienza G.B. . Luppolo da amaro ottimo sostituto del Target. Buon aroma, che si fonde bene con altri tipi di luppolo inglese. • Saaz: (A.A. 3-5 %) provenienza Repubblica Ceca. Tradizionale luppolo da aroma per Lager Boeme. Aroma delicato, floreale e speziato.
 
• Simcoe: (A.A. 10-14 %) provenienza U.S.A.Recente varieta', agrumato e resinoso (pino). Luppolo da Amaro ma dall'ottimo profilo Aromatico
 
• Spalt Select: (A.A. 3-6 %) proveniente dall'omonima regione della Bavaria. Utilizzato nelle Dusseldorf Altbiers. Aroma delicato, floreale e leggermente speziato.
 
• Styrian goldings: (A.A: 4-6 %) Fuggles coltivato in Slovenia. Simile al Fuggles è adatto ad una grande varietà di ales. Amaro, aroma e dry-hopping.
 
• Target: (A.A. 7-10 %) provenienza U.K.. Il luppolo più coltivato nel regno unito (40 % dell’intera produzione). Da utilizzare essenzialmente per amaro visto il suo alto contenuto di A.A. e per le sue scarse qualità aromatiche.
 
• Tettnanger: (A.A. 3-5 %) un altro ottimo luppolo da aroma proveniente dalla Bavaria. Aroma nobile, delicato, floreale.
 
• Willamette: (A.A. 4-6 %) provenienza U.S.A.Qualità di luppolo da aroma con un soffice, delicato sapore. Può essere usato per ales e lagers. Ottimo del Dry Hopping  
 



venerdì 20 settembre 2013

Aumento dell'accisa sulla birra

Erano anni che i vari governi italiani paventavano un aumento delle accise, tornando ogni volta sui propri passi. Ma con un fare prettamente italico, tutti i vari spauracchi erano funzionali a preparare il terreno per la decisione ultima, alla quale ormai ci eravamo rassegnati. Quindi prepariamoci tutti, perché a breve la birra costerà di più. Costerà di più produrla e, soprattutto, berla. Con buona pace di chi aveva esultato per gli ultimi dati del settore, che mostravano uno stato di salute incoraggiante.
Come riportato dal Sole 24 Ore, il rincaro si realizzerà secondo 3 incrementi successivi: il primo fissato già per il 10 ottobre 2013, il secondo al 1° gennaio 2014 e il terzo esattamente un anno dopo, il 1° gennaio 2015. In numeri significa ad esempio che a inizio del prossimo anno l’accisa sarà passata da 2,33 a 2,70 euro per ettolitro per grado plato, che, tenendo conto dell’iva (in aumento di un punto percentuale), significherà un +33% sul valore di questa imposta. Considerate che già nel 2006 ci fu un aumento pari a quasi il 24%. Se non erro, non si tratta di programmi confermati al 100%, ma per il momento l’incremento del 10 ottobre è sicuro.
Al di là del fisiologico prurito per una decisione del genere, il modo in cui essa è stata pianificata solleva più di una perplessità – per usare un eufemismo. La prima è di carattere culturale, in quanto l’incremento servirà a finanziare, con il recupero di 448 milioni di euro, il decreto scuola. Come a dire: per garantire ai vostri figli l’istruzione che merita andiamo a colpire gli ubriaconi. Un colpo basso che permetterà al governo di non ricevere particolari critiche, se non quelle provenienti dal settore.
La seconda perplessità riguarda ancora una volta lo stato preferenziale di cui può godere il vino, la cui accisa resta fissata a 0 euro. Come sempre in Italia si teme di colpire i forti, mentre si chiedono sacrifici solo ai deboli. È un problema che non riguarda solo le bevande alcoliche, ma non per questo può essere tollerato. Questo discorso dell’accisa azzerata per i produttori di vino sta cominciando a diventare un argomento molto irritante.
Terzo punto, neanche a dirlo, l’aumento delle accise colpirà soprattutto i birrifici artigianali. Questo è un punto fondamentale, che ancora non è stato sottolineato con la giusta forza. Nel marasma di deboli prese di posizione nei confronti dell’intervento del governo, nessuno si è preso la briga di spiegare che la disciplina attuale delle accise tende a svantaggiare soprattutto i piccoli produttori. A differenza di altri paesi, dove evidentemente c’è più competenza nei punti chiave della cosa pubblica, in Italia non esiste infatti una differenza sulla gestione delle accise in base agli ettolitri annui prodotti. Sia che tu sia una multinazionale del settore o un artigiano che brassa 1.000 ettolitri l’anno, dovrai sottostare alle stesse regole. Con un riverbero pesantissimo sulla salute economica dei piccoli birrifici.
Chiaramente le ripercussioni sul settore – e in particolare sul segmento artigianale – possono essere davvero pesanti. Per darvi un’idea, Assobirra denuncia un carico fiscale pari al 47%, in un’escalation di rincari che tra il 2004 e oggi ha toccato +114%.
(articolo preso da  cronache di birra)

Firma anche tu la petizione!

sabato 14 settembre 2013

Villaggio della birra 2013


Domenica scorsa,8 Settembre,abbiamo avuto la splendida idea di partecipare a questo evento (da visitatori)....Da veri temerari , io e Carlo ,domenica mattina siamo partiti per percorre i 100km che ci separavano dal "paradiso della birra artigianale",quindi inutile dire che non vedevamo l'ora di arrivare....Il nostro percorso ci ha portato a passare in paesi con dei paesaggi a dir poco mozzafiato,per arrivare a Buonconvento ed essere immersi nella campagna senese....Subito siamo stati colpiti dalla location di questo evento:Fattoria di Piana a Buonconvento,localita' Santa Cristina:




che dire,non male come posto!!!vero?,bellissimo,immersi in un mondo a parte per 5 o 6 ore...
Subito ci siamo gettati nella degustazione di birre ,che farebbero cambiare immediatamente idea agli ignari che ancora si bevono una becks,quando parlano di bersi una birra!!!... Siamo rimasti immediatamente annichiliti davanti ad una double ipa di Birrificio del ducato,assurda nella sua esplosione di aromi e luppolo a go go...seguita dalla chiacchierata con l'aiuto birraio,il quale nel finire della giornata ci ha onorato della sua compagnia,con una bellissima chiacchierata di una mezz'ora bevendo un caffe' e mangiando patatine fritte(strano abbinamento)

dopo il primo gettone di birra,ci siamo buttati a capofitto,con pausa pranzo(NECESSARIA)per svariare dal top delle birre artigianali italiane a quelle belghe
Appena pranzato c'e' stato il nostro primo approccio con il Lambic ,o meglio con stili di birra acida. Lambic è il nome di uno stile di birra caratterizzato dalla fermentazione spontanea. Le birre lambic sono prodotte esclusivamente nella regione del Payottenland, a sud-ovest di Bruxelles, in Belgio. Birre prodotte con modalità analoghe al di fuori di questi territori sono denominate "lambic-style" oppure "plambic" (ovvero pseudo lambic), sebbene questa sia una distinzione puramente volontaria effettuata per rispetto all'originale.

Al contrario delle ale e lager convenzionali, che sono fatte fermentare utilizzando ceppi di lievito accuratamente selezionati per lo scopo, il lambic è prodotto attraverso fermentazione spontanea: il mosto di birra viene esposto ai lieviti selvatici e ai batteri autoctoni della valle della Senne, in cui si trova Bruxelles. Questo inusuale processo di fermentazione conferisce alle birre di tipo lambic un sapore assolutamente distintivo: secco, vinoso e sidroso, con un retrogusto acidulo.Su questo stile acido,ma non e' un vero e proprio lambic, ho assaggiato un Beerbera del birrificio Loverbeer di Torino:

Prodotto a fermentazione spontanea in legno grazie all'aggiunta di uva Barbera pigiata e diraspata, nessun lievito aggiunto.
Birra di grande freschezza e frizzantezza.

Ottima come aperitivo e per accompagnare primi piatti dal gusto delicato. Da provare anche con formaggi grassi, salumi o salmone.

"Fresca, vinosa e fruttata all’olfatto, doti che vengono confermate nel palato e che rivelano uno stretto legame tra il mondo delle birre a fermentazione spontanea e quello dei vini"

....mentre degustavamo,e ad ogni sorso rimanevamo sempre piu' stupiti dalle varieta' di questo nettare,abbiamo approfittato per fare qualche foto con i mastri birrai e con il massimo esperto italiano di birra Lorenzo Dabove,in arte Kuaska:
di seguito,le foto con Schigi,birrificio Extrahomness, ed i mastri birrai de L'Olmaia e Barley:

Splendida,splendida ,splendida giornata,alla scoperta di questo mondo,nel quale siamo entrati in punta di piedi,ma che nel nostro piccolo,ci sta' dando belle soddisfazioni!!!
Nel produrla prima di tutto ed anche quando i nostri amici e conoscenti,dopo averla assaggiata ci dicono:bravi ,complimenti,ho bevuto una buonissima birra!!! Sono soddisfazioni...
Per concludere:se amate la birra o se volete scoprire questo mondo, e' un evento che il prossimo anno non potete assolutamente perdervi!!!!!!!!!!!!!!!!!